The Night Stalker

Lo scorso 13 gennaio è uscita su Netflix una docuserie intitolata “The Night Stalker”, che in quattro episodi di circa 40 minuti documenta estensivamente le indagini che hanno portato alla cattura di Richard Ramirez, ovvero il famigerato Night Stalker.

Non era la prima volta che sentivo parlare di Ramirez, avevo incrociato il suo nome leggendo un thriller e dopo qualche ricerca su Google ho potuto constatare l’effettiva efferatezza dei suoi crimini.

La serie Netflix, però, ha qualcosa di più, lascia un certo senso di angoscia per un po’. Nel libro mi è sembrato quasi un agnellino candido dopo aver scoperto come operava effettivamente. 

Mi è venuto fin troppo facile pensare alla paura e alla sofferenza delle vittime che di punto in bianco, nella vulnerabilità della notte, si sono ritrovate questa bestia assatanata (quasi letteralmente, oserei dire) in casa. 

Insomma, per ritrovare il giusto equilibrio dopo ho guardato qualche video comico della serie “Try Not To Laugh” a caso. 

La serie l’ho trovata interessante, anche se ammetto che è riuscita ad alimentare quell’idea che gli Stati Uniti siano la patria dei serial killer più folli e crudeli. (e magari è così? O dipende solo dal fatto che sia un territorio enorme? Ai posteri l’ardua sentenza.) 

Ottimo anche il fatto che la serie non sia un semplice e accurato elenco di omicidi e deviazioni mentali, ma anche la narrazione della storia personale dei detective che hanno lavorato al caso, delle conseguenze dell’aver lavorato a un caso di tale risonanza mediatica, e dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime che parlano delle perdite e dei traumi subiti.

C’è stato un episodio che mi ha colpita particolarmente, una triste coincidenza. Nel corso, forse, del secondo episodio, viene intervistata la nipote di una coppia di anziani, i coniugi Kneiding, che vivevano in un’area in cui il Night Stalker colpiva regolarmente. Racconta di come avesse pregato la nonna di chiudere a chiave la porta di casa perché ormai si sapeva che la notte si verificavano fatti terribili e si continuava a sentire storie di stupri e omicidi.

Cosa le rispose la nonna?

Che mai avrebbe chiuso a chiave la porta di casa sua, non lo aveva fatto prima e non avrebbe iniziato a farlo nemmeno ora che un pazzo minacciava la sicurezza di intere famiglie.

La cosa più triste, ahimè, è che la donna e il marito sono stati uccisi entrambi da Ramirez, colpiti da un karma (e un killer) particolarmente sadico.

Ma è il karma o i cittadini delle periferie degli Stati Uniti sottovalutavano (e forse sottovalutano ancora oggi) il valore di una bella porta corazzata e delle solide finestre che si vedono spesso nelle nostre case?